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Album |
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La scolaresca |
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Foto di qualche anno precedente la ricerca. Garavaglia Adriana, Pisoni Nadia, Gioletta Maria Emilia, Albini Antida, Cozzi Loredana, Oggioni Luigia, Cattaneo Elio, Rossi Emilio, Colombo Enzo, Rossi Clemente, Garavaglia Carlo, Friggi Luigi, Tiicozzelli Giancarlo, Repossi Ruggero, Rossi Carlo Paolo, Montorfano Gianni, Bianchi Marco e Cantu Daniele formano la squadra. Peccato manchi la protagonista: la sig.na MASCANI MARIAROSA Le cronache delle visite, scritte dagli alunni, sono riportate fedelmente, compresi errori grammaticali e di sintassi. |
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Inizia l'avventura |
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25 febbraio 1963 IL MIO PAESE - Cassinetta di Lugagnano è il mio paese, un piccolo comune della pianura lombarda in provincia di Milano è sulla riva destra del Naviglio Grande. Ha una superficie totale di ha 338,01, si trova a m. 125 sul livello del mare ed ha una popolazione di 1070 abitanti. Confina con i seguenti paesi: a Nord con Corbetta, a Est con Albairate, a Sud Con Abbiategrasso e a Ovest con Robecco. Una chiesa, il palazzo comunale e poche case danno vita al mio paese. Campi irrigati e fecondi gli fanno corona. La popolazione è buona ed onesta dedita al lavoro e alla famiglia. Abitano nel mio paese diversi nobili che occupano palazzi antichi di buoni stili architettonici. A questi settecenteschi palazzi sono annessi parchi meravigliosi con alberi vetusti e di qualità rare. In questi anni, come dappertutto, anche a Cassinetta sono sorte nuove e ospitali casette. Vi si possono notare anche piccole industrie che danno lavoro a parte della popolazione. Naturalmente il lavoro non basta per tutti e molti devono recarsi ad Abbiategrasso e a Milano. Un servizio di corriere pensa al trasporto dei passeggeri, essendo il mio paese privo di stazione ferroviaria. "Dopo un dettato sull'argomento ""La lavorazione del riso"" con schizzi delle macchine per togliere la bolla, la pula e la gemma ecc. si passa alla risoluzione di un problema. Problema - ""La superficie del comune di Cassinetta è di ha 338,01. Se l'area occupata dalle case è di a 8253, quanto misurerà l'area coltivata?""" |
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Piccole industrie. Maglificio Pirenei |
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"Diario - ""Venerdì 18 maggio verso le ore 9 e mezzo, noi ragazzi di 5^ siamo andati a visitare talune industrie. Prima siamo andati in una maglieria nel cortile del palazzo Claro, siamo passati in mezzo alle macchine intando che andavano. Poi siamo andati in un'altra maglieria nuova dove fanno dei tessuti chiamati (Pirenei). La nostra signorina ha chiesto al custode se poteva darci qualche campione che fanno: il custode ha dato alla signorina tutti i campioni e anche il filo che adoperano per fare quei tessuti." |
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Maglificio Pirenei |
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Piccole industrie - Italpunte |
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"Dopo siamo andati allo stablimento dell'(Italpunte). C'era un rumore infernale che gli operai hanno nelle orecchie il cotone. Il padrone non poteva parlare a tutti allora è entrata soltanto la signorina e ci ha spiegato come si fanno fare i chiodi. Nelle tinozze ci sono degli acidi speciali e si mette dentro il filo di ferro nero ed esce ottonato o ramato secondo quello che si ha bisogno. Il padrone ha dato alla signorina i chiodi dalla misura più piccola alla misura più grande a varie misure e forme. Noi ragazzi siamo contenti della sua gentilezza di offrirci i chiodi. Questa passeggiata è stata interessante. Poi era mezzo giorno, ed abbiamo fatto alcune fotografie all'Imball""." |
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"Industria del legno - "" L' Imball """ |
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"Venerdì verso le ore 2 circa siamo andati a visitare l'industria dell' Imball"". Entrati nel cancello abbiamo visto un'infinità di cataste. La figlia del padrone ci ha fatto entrare di dietro. Arrivano i tronchi dai boschi di pioppeti, poi arrivano degli uomini di Piacenza che si chiamano segantini e tagliano i tronchi in tavole rudimentali. Le tavole rudimentali passano al refendino che gli leva la corteccia. Levata la corteccia passa alla circolare dove taglia le tavole in misure apposte, dopo passa alla squadratrice dove li squadra in misura. Passato alla pialla dove li liscia, poi passa alla sega a nastro dove taglia i legni a pezzi a pezzi." |
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L' Imball |
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"Passato alla rifilatrice dove mettono un legno grosso e ne escono quattro pezzi, poi passa alla cavatrice dove fa dei buchi. Dopo passa alla foratrice che fora 4 buchi in una volta sola. Passato alla pistola automatica che inchioda, e c'è la macchina che inchioda. Terminato abbiamo misurato delle cataste per poi a scuola fare un esercizio, poi siamo tornati a scuola""." |
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Clever |
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"Cronaca - "" Visita all'industria frigoriferi Clever Venerdì 24 maggio tutti gli scolari della classe V^ siamo andati a vedere la fabbrica di frigoriferi Clever di mio zio Franco Volpi. Siamo andati verso la una e mezza del pomeriggio, abbiamo percorso la strada che porta a Robecco, poi abbiamo preso un'accorciatoia e siamo arrivati sulla principale proprio vicino. Siamo entrati, e subito si è presentata la segretaria Elsa cognata del padrone, per parlare con la signorina. Il principale diede ordine a suo cognato Capo Reparto di spiegarci come nasce il frigorifero." Lui ci ha fatto vedere come arrivano le lastre di ferro per fabbricare i frigoriferi, ci fece vedere la macchina taglierina, quella che taglia a tutte le misure le lastre. Poi un'altra che saldava, un'altra che dava le forme alle lastre di ferro. Poi ci ha fatto vedere una caldaia con dentro una sostanza che puliva la carcassa del frigorifero, cioè un fumo che sgrassa tutto l'unto e l'olio. Passato li, ci fece vedere dove si dà lo smalto ai frigoriferi. Una catena dove si appendono i frigoriferi, la catena girando va nel forno per la cottura dei frigoriferi. Poi ci ha fatto vedere dove provano i motori dei frigo per vedere se vanno bene, e se vanno bene devono brinare altrimenti vengono scartati e riparati. |
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Clever |
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"Infine il frigorifero è finito, è pronto per essere spedire anche all'estero. La signorina Elsa , cioè la segretaria, ci ha detto che fanno 30 frigoriferi al giorno e vi lavorano in 19 operai. Quella fabbrica è nuova, essa è nata nel 1961 e ha già un notevole lavoro. Prima di tornare a scuola ci hanno dato dei pezzi di lamiera che adoperano per fare i frigoriferi e anche le marche dei frigo per mettere sul nostro album. Verso le 3 siamo tornati a scuola. E' stata proprio una interessante visita""." |
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Salumificio Rossi |
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Salumificio Rossi |
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"Cronaca - Visita al salumificio Rossi - "" La nostra signorina ci ha portato a vedere il salumificio del papà del nostro compagno Emilio: il salumificio Rossi. Il papà del nostro compagno Emilio è stato molto gentile con noi e ci ha fatto vedere il macello dove ammazzavano i maiali, li stordiscono e gli fanno perdere i sensi con una tenaglia con la corrente ma non troppo forte di 60 wolt." |
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Salumificio Rossi |
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Poi vengono sgozzati e appesi ad una carrucola e messi in una grande caldaia piena di acqua bollente. Poi pelati e così mandati in laboratorio. |
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Salumificio Rossi |
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Poi vengono tagliati in mezzo e vengono puliti dalle interiore, tagliati a pezzettini, macinati e impastati. Gli ingredienti più abbondanti per fare i salami sono: il grasso, il lardo, il sale, e in piccolissima quantità sono: il vino, l'aglio, il pepe e lo zucchero. |
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Salumificio Rossi |
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Il signor Rossi e un suo operaio ci hanno fatto vedere le stanze dette asciugatoi, dove i salami devono asciugare. Abbiamo notato che in quelle stanze ci sono i barometri e i termometri per vedere la temperatura che conta molto per i salami. |
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Salumificio Rossi |
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"Poi siamo scesi e signor Rossi, sempre gentile, prima di andar via ha dato a tutti un salamino turisti. E' stata proprio un istruttiva visita""." |
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Salumificio Rossi |
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Lavori in corso - Acquedotto e tombinatura |
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Storia del mio paese |
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"Cassinetta di Lugagnano è un paese di antichissima data. Esso era diviso anticamente in due parti: Lugagnano posto tra la Cassinetta e Robecco; Cassinetta posta tra Lugagnano ed il Naviglio. Entrando in paese dalla strada di Abbiategrasso e Corbetta, ancor poche anni fa, si trovava scritto sui muri: Comune di Lugagnano. Cassinetta è ancor oggi denominato l'aggruppamento di case che dai pressi della chiesa si spinge sino alla statua di San Carlo presso il Naviglio. La Cassinetta venne dunque fondata in territorio di Lugagnano dal nobile Maffiolo Birago, maestro della Corte Ducale di Filippo Maria Visconti. Questo signore nel 1428 faceva scavare un fossato, derivandolo dal Naviglio per un mulino da costruirsi presso Lugagnano. Nel 1435 Maffiolo Birago faceva costruire in quel luogo una chiesa dedicata a San Antonio Abate. Sulla porta della torre campanaria spicca ancor oggi uno stemma del nobile Birago con un'iscrizione a caratteri gotici ed in lingua latina." |
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La chiesa del mio paese |
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"La nostra chiesa risale al secolo XV. Fu il nobile Maffiolo Birago, maestro della ducal corte di Filippo Maria Visconti che nel 1435 la fece costruire presso un fossato derivato dal Naviglio Grande. Ancor oggi su questa chiesa spicca uno stemma dei Nobili Birago con un'iscrizione a caratteri gotici che dice: ""MCCCCXXXV Die sabati sexto agusti hanc eccelexiam fecit fieri spectabilis et egregiu vir dominus Maffiolus Birago ducalis curie generalis magister. Ad honorem Dei et beatissime virginis ac genitricis Marie et domini santi Antonij"". Dunque, nel 1435 , giorno di sabato sei agosto, lo spettabile ed egregio uomo signor Maffiolo di Birago maestro generale della ducal corte faceva costruire quella Chiesa in onore di Dio, della beatissima Vergine e genitrice Maria e di S. Antonio. Tale chiesa fu ed è ancora la parrocchiale di Cassinetta e Lugagnano. Essa fu visitata il 25 novembre 1566 dal reverendo padre Leonetto Clavone. Era allora lunga 22 braccia e larga 11 con due altari, con campanile e campana senza sacrestia. Il cimitero era aperto. A destra della porta maggiore, fuori della chiesa si trovava un portico con sotto un altare. Il reverendo visitatore esortò il nobile Orazio Birago a distruggere il sepolcro della sua famiglia che trovavasi nella Chiesa, ma questo risposi: ""Quando vederò che tuti gli altri butano giù li soi butarò giù ancora io questo: altrimenti no"". La chiesa fu fatta ricostruire nel 1731. Il 28 ottobre dello stesso anno venne consacrata da S. E. Monsignor Casimiro Rossi Reina vescovo di Capsia e fu definitivamente dedicata a Maria Nascente e a S. Antonio Abate. Fino verso la fine del secolo XVIII tutti i morti venivano tumulati sotto il pavimento della chiesa. Documenti dell'archivio parrocchiale conservano memoria di tombe appartenenti alle più illustri famiglie del luogo e a due Sacerdoti." |
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La chiesa del mio paese |
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Notizie varie - L'organo della nostra chiesa è del 1799 con canne in stagno e quindi di un certo pregio.L'altare del crocefisso è stato fatto nel 1826. Nel 1808 venne acquistato l'altare maggiore, di pregevole fattura e di un marmo prezioso, dalla soppressa parrocchia di SA. Paolo in Compito in Milano al prezzo di £ire 153,50,4. La Mensa è stata rifatta verso l'anno 1939 per munificenza di donna Elisa dei conti Trivulzio e venne consacrata nell'anno 1954 da S. E. Monsignor Civelli Vescovo di Veibi (vescovo espulso dalla Cina comunista). |
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La chiesa del mio paese |
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Il Naviglio Grande |
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"Il Naviglio Grande è il più antico dei canali artificiali di Milano. Esso fu scavato dagli spagnoli a cominciare dal 1179 per tenere alte le acque del Ticino a scopo irriguo. Nel 1257, il podestà di Milano,Beno de' Gazzadini, fece compiere al canale una decisa deviazione verso est prolungandolo fino a Gaggiano; una ventina d'anni dopo, l'altro prolungamento fino a Milano. Era così nato il Naviglio Grande, ed era anche nata la famosa via fluviale destinata a trasportare tante e tante merci dal Lago Maggiore alla metropoli. Ai tempi ella costruzione del duomo i barconi arrivavano a Milano carichi dei marmi di Candoglia, dal Lago Maggiore. E proprio da questo derivò la famosa espressione dialettale ""a ufa"" (Ad Usum Fabricae) per dare ad intendere che non costa nulla. Il Naviglio Grande fu anche uno splendido pretesto per allinearvi una serie di dimore camperecce, le classiche ville composte dal palazzo, dei rustici, del giardino conchiuso, del parco più largo e infine della campagna pingue e redditizia. Le migliori famiglie Milanesi, investite di feudi ducali proprietari di bei acquistati dal Cinquecento in su, presero a crearsi tanti paradisi artificiali che si stenta a credere." |
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Il Naviglio Grande |
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I palazzi padronali del mio paese |
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"(da ""Le vie d'Italia"" del T.C.I.). La campagna è stupenda. Il fluire del Grande Naviglio è accompagnato da filari d'alberi e da canali e cavi minori in funzione da secoli. Stiamo per arrivare a Cassinetta di Lugagnano, ed ecco sulla destra, aprirsi l'ingresso ai ""Platani"" la villa di Antonio Negri, il figlio del famoso sindaco di Milano. Un ponticello al centro di un quadrato d'alberi giganteschi, un'esedra dagli elegantissimi pilastri settecenteschi, un viale sull'asse della nobile casa padronale: una delle residenze meglio conservate che si possono incontrare. Cassinetta di Lugagnano è sempre stato un luogo di patrizie villeggiature." |
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I palazzi padronali del mio paese |
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In sponda destra presso un vecchio ponticello a due archi, si trova la villa di Gaetano Negri, malamente ridotta e mutilata, passata una cinquantina d'anni fa in possesso del Comune che la rimetteva in sesto adattandola ai propri servizi. Del grande parco ricco di magnifici alberi, di statue e laghetti non rimane che il ricordo. L'abitato di Cassinetta, ad occidente del naviglio, è si può dire letteralmente allagato nei resti di quello che fu un sontuoso complesso di villeggiatura del Sette e dell'Ottocento. Incontriamo un palazzo Calderari, oggi dei Conti d'Isola, modesto ma gustoso, per giungere ad un più imponente neoclassico palazzo Trivulzio, oggi Rovasenda di Belgiojoso: corte d'onore, classica scultura architettonica, ma , soprattutto, un grandioso anfiteatro arboreo che, nell'interno costituisce l'esedra di un bellissimo parco. |
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Il palazzo Claro |
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"(da ""Le vie d'Italia"" dal T.C.I.). Ed eccoci alla maggiore tra le ville di Cassinetta purtroppo mutilata, snaturata, privata del suo giardino. La villa Claro, settecentesca, incomincia con una bellissima esedra sulla strada; poi, il viale principale non si ritrova più perché travolto dai cascinali rustici. Ma esiste il piazzale di accesso: architettonicamente ben definito da bassi fabbricati ad ali carezzevolmente sporgenti. E, per il portone centrale, si entra nel cortile d'onore, sul cui fondo domina la fronte maggiore del palazzo. Lo scalone non è mastodontico ma le sale superiori riservano inaspettate sorprese. La gran sala di mezzo è ancora tutta affrescata a finte prospettive scenografiche, paesaggi che riproducono anche talune delle antiche ville di Cassinetta." |
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Il palazzo Claro |
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"Visita al palazzo Claro - Cronaca - ""Mercoledì mattina la nostra signorina ci ha parlato dei palazzi di Cassinetta e in modo particolare ci ha parlato del palazzo Claro. Siccome era un bel giorno la nostra signorina ha deciso di portarci a vedere il palazzo Claro, la più grande villa di Cassinetta. Quando siamo giunti in pazza Teatro, che è la piazza che circonda il palazzo Claro, ci siamo soffermati a guardare il palazzo e abbiamo visto che il viale ora non esiste più perché adesso è occupato da cascinali. Poi siamo entrati nel cortile del palazzo che una volta era il cortile d'onore. Mentre stavamo parlando abbiamo visto la signora Irma e subito la nostra signorina le ha chiesto se potevamo visitare la sala che ha sulle pareti molti affreschi. La signorina Irma ci ha portati a vedere la sala che è in suo affitto, ma purtroppo abbiamo visto gli affreschi tutti rovinati. Quando siamo scesi siamo andati a trovare la signora Vittoria Osnaghi che è la signora più vecchia di Cassinetta e è molto ammalata e la nostra signorina è andata in casa a trovarla. Mentre stavamo tornando a scuola abbiamo incontrato la donna Rina che è la nipote del signor Maineri e le abbiamo chiesto se qualche giorno potevamo andare a vedere il loro palazzo. Infine abbiamo misurato la piazza Vittorio Veneto con il doppio decametro per fare un problema. Mezz'ora prima di mezzogiorno siamo tornati a scuola"". Problema - ""Il cortile d'onore del palazzo Claro è lungo dam 2,45 e largo dam 2,38. Quanti mq misura la sua superficie?""" |
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Visita al palazzo Trivulzio |
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"Visita al palazzo Trivulzio Belgioioso - Cronaca - ""Mercoledì pomeriggio alla una e mezza siamo andati al palazzo Trivulzio Belgioioso per vederlo meglio. Abbiamo chiesto il permesso alla portinaia del palazzo ed ella ci ha risposto di si. Il palazzo mi è piaciuto molto; è di stile neoclassico. Con noi c'era una signorina che era venuta dalla Svizzera. Abbiamo fatto il giro del parco e abbiamo visto quattro statue che rappresentavano la Primavera, l'Estate, l'Autunno e l'Inverno. Abbiamo fatto anche un fotografia tutti insieme con la macchina della signorina Eliana. Abbiamo raccolto anche delle ghiande aperte con la radice e la pianticella." |
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Visita al palazzo Trivulzio |
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"Poi la signorina ha mandato a prendere il decametro e abbiamo misurato la circonferenza di una quercia che misurava m 4,70; abbiamo anche misurato un maestoso platano che aveva per circonferenza m 7,10. Poi abbiamo guardato nel palazzo e abbiamo visto dei magnifichi affreschi e dei bei quadri. La nostra signorina ha anche fatto una fotografia mentre noi ammiravamo la facciata del palazzo""." |
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Visita al palazzo Trivulzio |
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" Problema - ""Nel parco del conte Belgioioso abbiamo misurato la circonferenza del tronco due maestosi alberi: una quercia e un platano. Qual'è la differenza dei 2 raggi se la circonferenza di un tronco è di m 4,70 e quella dell'altro è di m 7,10? ""." |
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Il palazzo Majneri |
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"IL palazzo Majneri. (da ""Le vie d'Italia"" del T.C.I.). Ripassato il ponte ci imbattiamo in un vero gioiello: la villa già Visconti, ora dei conti Majneri. A differenza delle altre, essa presenta sulla strada (l'Alzaia) un fianco; anziché la fronte." |
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Il palazzo Majneri |
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"E', dunque più conchiusa, intima e riservata. Anche qui, però, si entra da un cortile; un arco sottopassa il fabbricato e, attraverso il tradizionale portico terreno conduce al grande piazzale interno," La prospettiva arborea che si apre e si adagia davanti alla fronte principale del palazzo. |
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Il palazzo Majneri |
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Siamo in pieno Settecento, e l'architettura fa da padrona sulle movenze volumetriche, nei terrazzi, nei particolari decorativi, nelle logge e, soprattutto, nella grande magnifica scalea che, dal basso giardino all'italiana, porta su al vastissimo parco all'inglese. |
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Il palazzo Majneri |
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"Il giardino è un rigoroso rettangolo contenuto da muri ornati, serre, pergolati, bacino d'acqua che un tempo doveva essere fiancheggiato da statue, con il suo bravo nicchione di fondo contenente la fontana; il parco è denso di alberi rari, scenograficamente disposti a coronare un grande anfiteatro erboso." "Problema -""Nel palazzo Maineri è un chiosco ottogonale regolare col lato di m 2,30, quanto misurerà l'area del pavimento ottogonale? ""." |
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Il palazzo Majneri |
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"Tema - La proprietà Maineri - Composizione - ""Passato il ponte del naviglio si imbattiamo nel palazzo Maineri, prima dei Visconti, e ne da la garanzia lo stemma che è su un fianco del palazzo. Questo palazzo è il gioiello della zona. A diversità dei palazzi settecenteschi esso sulla strada presenta un fianco e non la facciata. Come tutti i palazzi si entra da un portone, si sottopassa un arco e ci troviamo sotto il familiare portico che si trova in tutti i palazzi settecenteschi. Ora ci troviamo davanti al giardino all'italiana che è coltivato a fiori. Nel mezzo del giardino c'è il gioco dell'acqua, nel fondo il suo bravo nicchione. Un grande scalone ci porta dal giardino all'italiana al vastissimo parco all'inglese, Nel parco all'inglese si sono dei rilievi che danno più bellezza al parco. Nel mezzo del parco c'è una grotta con due uscite. Nel mezzo del parco c'è un affresco a destra e uno a sinistra, per fare il gioco dell'occhio. Ancora nel parco all'inglese ci sono molte piante rare e secolari tra cui due piante della Selva Nera (Germania), e una pianta che si chiama Gincobiloba e la acacia giapponese. C'è un faggio rosso che ha più di duecento anni. In un angolo del parco c'è una statua scolpita da Zerius che fece anche dei lavori per la Certosa di Pavia. Il palazzo ha molte terrazze, e nell'interno ci sono molti quadri preziosi""." |
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Villa dei marchesi Parravicini di Persia |
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Parco della villa dei marchesi Parravicini di Persia. Il parco della Bardena dei marchesi Parravicini di Persia è davvero un luogo incantato. Al di là di un viale punteggiato di statue, si estende una vera foresta foltissima, ma assai curata: sono qui essenze di pregio, tra cui meritano di essere ricordati una famosa quercia palustre americana, e un rigogliosissimo faggio rosso. |
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Parco drlls Villa dei marchesi Parravicini di Persia |
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Parco della villa dei marchesi Parravicini di Persia Sull'album sono raccolte le foglie della famosa quercia palustre americana, del faggio rosso, del faggio verde e di una pianta giapponese. |
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Statua a San Carlo |
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"Il monumento a San Carlo - Nel 1743 la congregazione della Santa Croce di Casinetta, faceva erigere sulla sponda del Naviglio in vicinanza al ponte, una croce posta su apposito piedestallo. Davanti questa croce si raccoglievano ogni sera i membri della congregazione per recitare le preghiere in comune. Cinque anni dopo e precisamente 1749 al posto della croce , venne eretta sul medesimo piedestallo la statua di San Carlo quale ancora si venera oggi. Detta statua porta nelle mani una croce di bronzo che contiene la reliquia di San Carlo. La spesa fu sostenuta in massima parte dai nobili fratelli De' Bozzoli, dei quali uno era priore della Congregazione. Un documento in data 30 aprile 1735 conservato nell'archivio parrocchiale dice. ""Sotto detto piedestallo vi sono due fiaschi di terracotta: uno pieno di vino e l'altro pieno d'olio di noce. Acciò col tempo si perfezioni in balsamo, quali poi potrà vendersi a beneficio per utile della medesima Santa Croce"". Altro documento in data 23 luglio 1844 dice: ""Il 30 maggio 1844 si procedette al dissotterramento dei vasi suddetti …. Il vaso dell'olio fu ritrovato pieno … Il fiasco del vino si rinvenne vuoto perché fu assorbito dal recipiente di terracotta, o coll'andar del tempo evaporizzò. Consegnato l'olio al Vice Parroco, fu dispensato a chi ne desiderava e si ottennero vistose elemosine, le quali si erogarono nella sistemazione del monumento, nonché a vantaggio della Chiesa Parrocchiale. … fu riconosciuto essere quest'olio assai efficace a guarire tagli, scottature ecc. Come lo provano vari esperimenti felicemente riusciti. Non volendo pertanto privare i nostri posteri di questo, sebben lieve vantaggio, si procede quest'oggi giorno 23 luglio 1844 alla rinnovazione di simile deposito nella precisa e identica nicchia da dove furono estratti i vasi antichi. … O voi che rinnoverete questo nostro deposito possiate, o cari, vedere giorni felici. E come già noi vi guardiamo con amore così vogliate ricambiarci grata ed affettuosa memoria"". Per continuare la tradizione dei nostri avi il 3 novembre 1946 alle ore 14 si procedette alla estrazione dei fiaschi: si celebrò poi, con devozione particolare nel giorno seguente, la festa di San Carlo." |
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Piedestallo statua S. Carlo |
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"Tema - Il mio paese - Svolgimento - ""Il mio paese è di antichissima data, è stato fondato circa nel 1400 dal nobile Maffiolo Birago maestro della Corte Ducale, ha 535 anni è di nome Cassinetta di Lugagnano. E' un paesino della pianura Padana in provincia di Milano, Confina con i seguenti paesi: a Sud con Abbiategrasso, a Nord con Corbetta, a Ovest con Robecco a Est con Albairate. Molti anni fa c'era solo Lugagnano nel territorio di Lugagnano nacque Cassinetta. Circa nel 1428 Maffiolo Birago fece costruire un fossato derivato dal Naviglio Grande per costruire il mulino. Ancora Maffiolo Birago fece costruire nel 1435 una chiesa dedicata a S. Antonio Abate. Prima si usava a mettere i morti sotto la chiesa ma dopo Napoleone fece costruire i cimiteri. Sulla torre campanaria spicca uno stemma del nobile Maffiolo Birago di lingua latina. Io abito in via Roma in una casa assai vecchia. A me piace questo paese, ma purtroppo dovrò andare via qualche anno o due. La principale è la via Roma dopo ci sono ancora delle vie: via Cavour, via Armando Diaz, Giacomo Matteotti, Via Alberico da Barbiano, via S. Carlo, via Capo di Sopra, via Pace. Ci sono anche delle piazze e sono: Vittorio Veneto, Gaetano Negri, piazza della Chiesa, piazza Teatro. A Cassinetta si producono alcuni prodotti, riso, frumento, cereali, frutta. Sorgono anche delle piccole industrie: meccaniche, tessili, alimentari ecc. Ci sono alcune cascine e sono: Zucca, Tangola, Bardena, Asiago, le Case Nuove, Piatti, Angelina, cascina Fornace. Nel palazzo Gaetano Negri ci sono le scuole, l'asilo, e il municipio, e l'ambulatorio. Nel mio paese ci sono 9 osterie, botteghe alimentari, e tante altre botteghe.Ci sono anche delle rogge e sono: la Biraga che da vita al mulino, la Visconta che è la più grande, il Villorese, il Naviglio Grande che è stato costruito dagli spagnoli nell'anno 1176 e passano le barche che trasportano sabbia, sassi a Milano. Come dappertutto sorgono le case, anche a Cassinetta sono sorte ospitali casette che danno vita al mio paese. Nel mio paese ha una superficie di hmq 338,01, ha 1070 abitanti è 125 metri sul livello del mare, rete stradale km 7,356. Nel mio paese ci sono settecenteschi palazzi. La signora più vecchia del mio paese è la Sig. Vittoria Osnaghi che ha 96 anni""." |
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Notizie varie |
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"Problema - ""La piazza Vittorio Veneto del mio paese è lunga m. 41,25 e larga m. 30,20. Nel mezzo vi è il monumento ai caduti e dei giardinetti che occupano uno spazio quadrato del lato di m. 16,70. Quale sarà la superficie libera della piazza?"". Notizie spicciole - La persona più vecchia del paese è la signora Vittoria Osnaghi di anni 95 (A tutt'oggi giorno 8 maggio '63). La persona più giovane è Carlo Trezzi di giorni 2 col suo gemello Giuseppe (A tutt'oggi 8 maggio 1963.) Curiosità del paese - Nel cimitero del paese è sepolto un Capo Tribù di zingari morto a Cassinetta nel 1951 a 85. Con lui nello stesso cimitero vengono seppelliti tutti gli zingari della sua Tribù anche se muoiono in paesi diversi. Cronaca - La persona più vecchia del mio paese -""Nel mio paese vi sono molte persona anziane ma la più vecchia è la signora Vittoria Osnaghi. E' una signora di statura piccola molto magra e fino a poco tempo fa andava in Chiesa alle ore sei ad ascoltare la Santa Messa. In paese la conoscevano tutti ed era conosciuta come ""la nonnina"". La signora Vittoria ha una nipote di 84 anni e una figlia di circa 70 anni. L'altro giorno noi ragazzi e la nostra signorina siamo andati a fare alcune fotografie al palazzo Claro e siccome lei abita vicino abbiamo pensato di andarla a trovare. Quando siamo entrati lei era a aletto e la nostra signorina le ha chiesto: "" Come si sente signora Vittoria"" e lei ha risposto: ""ma … mi verament … a senti gnient… a le al fia che vegna no … in cö perù le vegnù un pichet … da pù e stu pusè ben"". In fine le abbiamo chiesto quanti anni ha signora Vittoria e lei ha risposto "" 95 e més"". Poi siamo tornati a scuola e io sono stato molto contento di averla rivista dopo tanto tempo che non la vedevo più. Anche la nonnina è stata molto contenta di ospitarci in casa sua""." |
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